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Un articolo di: Ilaria Milella http://www.barinedita.it/redazione-barinedita
BARI – C’è il mastino napoletano e il pastore bergamasco, il maremmano abruzzese e il levriero sardo. Ma la Puglia? La nostra regione ha mai regalato al mondo canino una sua razza “fatta in casa”? La risposta è sì: si tratta del Cane corso, che poi ha dato vita anche a tre incroci, il Mezzocorso, il Lottatore brindisino e lo Straviere pugliese. Tutti cani possenti, abili nel difesa di persone e case. (Vedi foto galleria)

Il Cane corso, di taglia medio – grande, è una razza molossoide di origine piuttosto antica. Era infatti diffuso già al tempo dei Romani, quando veniva utilizzato per le campagne belliche, dopo essere stato addestrato per i combattimenti e sfruttando la sua grande fedeltà al padrone. Nel corso dei secoli ha progressivamente “abbandonato” gli scenari di guerra, per essere educato soprattutto come guardiano del bestiame delle masserie rurali pugliesi e poi italiane.Notizia pubblicata sul portale barinedita.it e di sua proprietà.

Il pericolo della sua estinzione sembrò affacciarsi nel secondo dopoguerra, quando il boom economico e il conseguente spopolamento delle campagne portò a un calo degli allevamenti. Ma il rischio fu scongiurato dalla passione di alcuni cinofili mantovani, che dagli anni 70 in poi frequentarono assiduamente le Murge effettuando un lungo lavoro di selezione fino a quando, nel 1994, il Cane corso venne riconosciuto ufficialmente come razza dall’Enci, l’Ente nazionale cinofilia italiana.Notizia pubblicata sul portale barinedita.it e di sua proprietà.

Oggi il suo stato di conservazione è ottimale, sono presenti numerosi allevamenti specializzati di cui sette nel territorio pugliese, disseminati tra Manfredonia, Foggia, Barletta e Taranto. Di pelo corto, ha un colore che può variare dal nero al fulvo, passando per il grigio, pesa tra i 40 e i 50 chili, un’altezza al garrese (cioè al punto più alto del dorso) compresa tra i 60 e i 68 centimetri. Ha un carattere facilmente plasmabile dal padrone e la sua mole, accompagnata da una discreta potenza fisica, lo rende adatto ancora oggi alla difesa personale e alla caccia, soprattutto del cinghiale.Notizia pubblicata sul portale barinedita.it e di sua proprietà.

Il Cane corso viene utilizzato spesso per creare un particolare ibrido, il Mezzocorso. «Rappresenta – spiega Antonio Crepaldi, esperto in razze canine rare – il risultato di un incrocio praticato da lunga data in Puglia, specialmente sulla Murgia, fra l’esemplare maschio del Cane corso e la femmina del Mastino abruzzese. Si sfrutta il fisico muscoloso del primo e la capacità di convivere con il bestiame della seconda». Il Mezzocorso, al quale spesso in passato venivano mozzate le orecchie, svolge compiti simili a quelli del corso, essendo dotato di una forte personalità ed inoltre è suddiviso in due sottogruppi: a pelo corto e a pelo lungo.Notizia pubblicata sul portale barinedita.it e di sua proprietà.

Anche nell’ottenimento dello Straviere pugliese il “protagonista” è il Cane corso, affiancato solitamente da un levriero o comunque da bestiole dotate di grande velocità. «In genere viene impiegato un Greyhound – sottolinea Crepaldi – ma è possibile ricorrere anche ad alcuni levrieri autoctoni. L’ibrido ottenuto è generalmente impiegato per la caccia al cinghiale ed è particolarmente diffuso nel sud Italia e nelle isole».Notizia pubblicata sul portale barinedita.it e di sua proprietà.

L’incrocio conosciuto come Lottatore brindisino ha invece avuto origine attorno al 1980 ad opera di Cosimino Ucci, ex capitano della Marina mercantile, attualmente impegnato come addestratore cinofilo. «Il cane fu ideato come razza da guardia e veniva usato dai contadini per vigilare i loro terreni – racconta il cinofilo – ma successivamente venne sfruttato dalla Sacra corona unita per i combattimenti clandestini tra animali».Notizia pubblicata sul portale barinedita.it e di sua proprietà.

«E’ stato sviluppato incrociando il Cane corso, l’American pit bull terrier e il Rottweiler – spiega Crepaldi – e certe linee di sangue denotano l’influenza del mastino napoletano. La morfologia risulta però influenzata soprattutto dall’uso dei Pitbull provenienti dall’ex Jugoslavia, portati dai criminali albanesi per farli combattere in Puglia».
Fonte: http://www.barinedita.it/storie-e-interviste/n1505-dal-corso-al-lottator…